Il ponte è composto da cinque piattaforme circolari, e fa parte di un cerchio più grande che sarà disegnato da un percorso pedonale intorno al porto di Copenhagen, da cui la gente – in bicicletta, di corsa o a piedi – sarà in grado di vedere la città da una prospettiva molto diversa.

Ben 5.000 persone attraverseranno questo ponte ogni giorno. Spero che queste persone useranno Cirkelbroen come luogo di incontro, e che il disegno a zig-zag contribuirà a ridurre la loro velocità e a prendersi una pausa. Fare piccole soste sul nostro percorso aiuta a pensare e io vedo l’introspezione come parte essenziale di una città vivace.

A Copenaghen sono stati compiuti progressi nel pensare a ciò che costituisce la qualità dello spazio urbano e l’atmosfera di uno spazio. Ovviamente, non si può pianificare l’atmosfera, in quanto è co-prodotta da persone che utilizzano lo spazio, ma è possibile coltivare un clima, per consentirgli di crescere. Come artista, io lavoro con qualità astratte ed emozionali, quindi questo è dove, a mio avviso, l’arte può svolgere un ruolo. Sono convinto che i politici, gli urbanisti, e gli sviluppatori hanno bisogno di espandere la propria ‘cassetta degli attrezzi’  portando quelli che definirei ‘produttori di realità creativa’ – artisti, scienziati sociali, sociologi, antropologi, storici, ballerini, poeti, attivisti ambientali, e filosofi – a ripensare gli spazi urbani.

In Danimarca esite una forte tradizione di concentrarsi sull’integrazione, sull’accettare l’altro accogliendo le idee che non abbiamo ancora avuto, persone che non abbiamo ancora incontrato, e incontri imprevedibili. Si tratta di qualcosa a cui tutti noi dobbiamo lavorare insieme, e un modo per farlo è la progettazione dello spazio pubblico. Cirkelbroen, spero, contribuirà a migliorare la qualità della vita e lo sviluppo di una città ospitale e inclusiva”
Olafur Eliasson