Motion Science

Attraverso eccezionali artefatti realizzati ad hoc, che fondono tecnologie d’avanguardia e giocosità progettuale, la mostra al 21_21 Design Sight analizza alcuni fenomeni naturali fondamentali.

La nostra esperienza del movimento è continua, in ogni singolo istante, come quella di qualunque oggetto che esiste nel tempo e nello spazio, inevitabilmente soggetto alle leggi di natura.
Il movimento è la prova stessa della vita, se si riferisce all’ambito biologico; ma in quello meccanico occorrono anche ingegno e sapere. Seiichi Hishikawa, versatile personaggio della scena creativa giapponese, ha utilizzato magistralmente la scienza del movimento in molte delle sue opere ed è stato invitato a curare la mostra attualmente aperta a 21_21 Design Sight con il titolo “Motion Science”.
Science Motion
In apertura: Shohei Fujimoto, Move, then remain. Remain, then move. Qui sopra: Riota Kuwakubo, Lost #13. Photos Keizo Kioku
Il progetto del movimento come forma d’arte che dà vita dinamica agli artefatti materiali è un tema che il curatore ha analizzato per quasi un ventennio, a partire dalla fondazione del suo studio Drawing and Manual. Hishikawa, per coerenza con precedenti mostre del museo, ha voluto adottare un’impostazione divertente e ludica nei confronti dei visitatori, mettendo insieme un competente gruppo di collaboratori e di aziende private dotate dello stesso spirito progettuale.
Science Motion
Taro Suzuki: And it dance. Photo Keizo Kioku
La mostra analizza fondamentali fenomeni di natura, come la gravità e le onde della luce, attraverso eccezionali artefatti appositamente realizzati, fondendo insieme tecnologie d’avanguardia e giocosità progettuale. Design Sight è stato trasformato in qualcosa di simile a un grande, vibrante laboratorio, dove ingegnosi riferimenti a esperimenti che spiegano i principi fondativi del movimento si muovono, emettono suoni e producono effetti ottici senza soluzione di continuità. In questa occasione molti esperimenti tipicamente intesi per essere letti sulle pagine dei libri di scienze prendono vita grazie alla partecipazione attiva dei visitatori.
Motion Science
Euclid (Masahiko Sato, Takashi Kiriyama), Hill of reign. Photo Keizo Kioku
La visita inizia a esplorare i fenomeni del movimento con una replica della Benz Patent Motorwagen del 1885, considerata il primo veicolo dotato di motore a combustione interna, che costituisce quindi un segno del cambio di paradigma che la motorizzazione introdusse nel nostro modo di considerare il movimento nella vita quotidiana. Anche alcune riproduzioni di immagini tratte dall’Encyclopédie  (1751-1772), nella sezione Agriculture, Oeconomie Rustique, come il Moulin à Eau, il mulino ad acqua, esposte sulla parete dell’atrio seminterrato, celebrano l’intelligenza di certi fondamenti della meccanizzazione. Sulla parete opposta il lavoro di chi ha collaborato all’allestimento della mostra viene documentato dal cortometraggio Behind the Scenes of “Motion Science” Exhibition (“Dietro le quinte della mostra Motion Science”).
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Ryo Kishi, atOms. Photo Keizo Kioku
Le due sale principali sono precedute dall’installazione if apple, con uno schermo che mostra in continuo una mela che cade esplodendo in frammenti ed emettendo il suono di qualcosa di completamente differente. Come le opere già citate si tratta di un ricordo del sapere storico, che indica nella mela l’oggetto che ha innescato la scoperta della legge di gravitazione universale.
Fiocamente illuminate, le pareti della prima sala diventano la tela di Lost #13, installazione ideata da Ryota Kuwakubo in forma di minuscolo treno con un led in cima alla prima vettura, che si muove tra vari oggetti d’uso quotidiano esposti sul pavimento. Le ombre e le forme cinetiche danno vita a un sorprendete viaggio attraverso questi elementi.
Motion Science
A sinistra: Pantograph, Zoetrope of the forest. Photo Keizo Kioku. A destra: Mai Ikinaga + Hitoshi Azumi, Reflection in the sculpture. Photo Keizo Kioku.
Il centro della sala principale ospita varie installazioni. Per esempio, in 124 prepared dc-motors, cotton balls, cardboard boxes, degli oggetti comuni si trasformano in una macchina sonora sussurrante, in cui i bordi di scatole di cartone fungono da tamburi ritmicamente colpiti da palline di cotone appese a cavi roteanti. Altre opere, come atOmsi, materializzano concetti più scientifici (il principio di Bernoulli) con una sfera rotante sospesa in un flusso continuo d’aria; oppure come Walking in Strobe Light Rain, dove degli ombrelli roteanti diventano gli schermi di semplici filmati grazie a una lampada stroboscopica. Altre installazioni, come Zoetrope of the Forest, mostrano un albero rotante che, osservato attraverso un disco perforato anch’esso rotante, crea un effetto di lento movimento.
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Tatsuya Narita, Double Helix. Photo Keizo Kioku
Degli studenti del Kano Lab del Dipartimento di progettazione creativa del Tohoku Institute of Technology, diretto da Hishikawa, hanno creato Project Motion / Cycle, che permette di sperimentare il rapporto tra un meccanismo a manovella e glifo e un gruppo di sfere di legno sospese che formano un’onda sinusoidale.
Sulle pareti della sala principale si passano in rassegna movimenti catturati dalle tecnologie digitali. Metrogram3D di Hiroshi Koi simula la visualizzazione in tempo reale del movimento della metropolitana di Tokyo, una situazione caratteristica del movimento contemporaneo di una città dinamica come Tokyo. La complessità e l’imprevedibilità continuamente crescenti della visualizzazione dei big data sono anch’esse illustrate nella mostra attraverso la macchina di disegno automatico Semi-Senseless Drawing Modules #2 – Letters, che genera composizioni di linee a partire dai testi scritti dai visitatori. A sua volta Issey Miyake A-Poc Inside crea una mappa del movimento del corpo umano che cammina, mostrando solo le linee principali e i nodi fissi che caratterizzano il movimento.
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Nils Völker, Sixty Eight. Photo Keizo Kioku
Sixty Eight di Nils Völker, al termine del percorso dell’atrio, è un insieme di semplici sacchi della spazzatura che sembrano organismi respiranti grazie all’alternarsi del loro gonfiarsi e sgonfiarsi d’aria. Lì accanto Double Helix di Tatsuya Narita è anch’esso il tentativo di catturare un altro elusivo movimento naturale: quello del fuoco. Infine, nello stretto passaggio sotto le scale, il paralume di Reflection in the Sculpture, dei giovani artisti giapponesi Mai Ikinaga e Hitoshi Azumi, si espande e si contrae lentamente, concludendo la mostra con il movimento di danza dei punti luminosi riflessi sulle pareti.
Hishikawa paragona il movimento al battito del cuore, che rappresenta la sensibilità nei confronti della vita. Insieme con il design e con la creatività, crede che possa agire da forza rivitalizzante per la società. Attraverso “Motion Science” ha inteso non solo suscitare curiosità per la creatività e per l’apprendimento, ma anche fornire alle generazioni più giovani strumenti che favoriscano decisioni responsabili sul modo di mettersi in rapporto con la natura.
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