Studio Venezia

Spazio da sperimentare, il padiglione francese di Xavier Veilhan è un’opera di grande efficacia estetica, che s’inserisce nell’ambito della relazione tra mondo visivo e sonoro. #BiennaleArte2017

Xavier Veilhan, <i>Studio Venezia</i>, 2017. Vista dell’installazione del padiglione della Francia, Biennale Arte 2017. Photo © Giacomo Cosua. © Veilhan / ADAGP, Paris, 2017
Quest’anno la Francia è rappresentata alla Biennale di Venezia da uno degli artisti più in vista del Paese, Xavier Veilhan. Con Studio Venezia, l’interno del padiglione risulta trasformato in un ambiente aperto, ma immersivo, attraversato da una serie di elementi plastici, essenziali nella forma, in molti casi obliqui. Tutto è rivestito di legno chiaro. In diversi punti dello spazio compaiono strumenti musicali tradizionali o rari, realizzati per l’occasione o risalenti al passato, fino agli anni Cinquanta. Tra riferimenti costruttivisti e Bauhaus e l’ispirazione ad architetture atipiche come il Merzbau di Kurt Schwitters, il risultato è seducente e accogliente, sebbene generi un’impressione di dinamismo e instabilità; e, nello stesso tempo, è spettacolare.
Xavier Veilhan, <i>Studio Venezia</i>, 2017. Vista dell’installazione del padiglione della Francia, Biennale Arte 2017. Photo © Giacomo Cosua. © Veilhan / ADAGP, Paris, 2017
Xavier Veilhan, Studio Venezia, 2017. Vista dell’installazione del padiglione della Francia, Biennale Arte 2017. Photo © Giacomo Cosua. © Veilhan / ADAGP, Paris, 2017
La funzione dell’installazione, Studio Venezia, è quella di studio di registrazione. L’acustica è eccellente. Uno dei lati ospita la cabina di registrazione con sintetizzatori e altre strumentazioni; è il luogo più intimo, quello in cui più fortemente si prova la sensazione di assistere a un processo di creazione. Per tutto il periodo di apertura della Biennale, nel padiglione interverranno musicisti, ingegneri del suono, programmatori e produttori provenienti dal tutto il mondo, invitati dall’artista stesso e dai due curatori del padiglione, Lionel Bovier e Christian Marclay; quest’ultimo a sua volta artista sensibile alla dimensione acustica e autore di performance, video, collage sonori. Sarà un susseguirsi di universi sonori diversi. I musicisti coinvolti provengono infatti da diversi paesi e appartengono agli ambiti più vari: della sperimentazione radicale, del folklore, della musica classica o elettronica, o altro. Suoni e vibrazioni animeranno lo spazio di continuo e Xavier Veilhan stesso dedicherà i mesi della Biennale ad accogliere i suoi ospiti a Venezia.
Xavier Veilhan, <i>Studio Venezia</i>, 2017. Vista dell’installazione del padiglione della Francia, Biennale Arte 2017. Photo © Giacomo Cosua. © Veilhan / ADAGP, Paris, 2017
Xavier Veilhan, Studio Venezia, 2017. Vista dell’installazione del padiglione della Francia, Biennale Arte 2017. Photo © Giacomo Cosua. © Veilhan / ADAGP, Paris, 2017

Il visitatore, dal canto suo, viene introdotto nello spazio normalmente riservato dello studio e si può trovare ad assistere al processo di produzione artistica.

In Studio Venezia si coniugano aspetti visivi, sonori, e la dimensione del tempo. Così come vi convivono alta tecnologia, importanza dell’espressione individuale e senso dello scambio e della collettività.

Spazio da sperimentare come Veilhan ne ha già realizzati a partire dal 1998 (la Grotta, la Foresta), laboratorio e scultura insieme, Studio Venezia è un’opera di grande efficacia estetica, che s’inserisce pienamente in un ambito da tempo esplorato in Francia: quello della sperimentazione trasversale tra discipline e della relazione tra mondo visivo e sonoro.

Xavier Veilhan, <i>Studio Venezia</i>, 2017. Vista dell’installazione del padiglione della Francia, Biennale Arte 2017. Photo © Giacomo Cosua. © Veilhan / ADAGP, Paris, 2017
Xavier Veilhan, Studio Venezia, 2017. Vista dell’installazione del padiglione della Francia, Biennale Arte 2017. Photo © Giacomo Cosua. © Veilhan / ADAGP, Paris, 2017
Il padiglione risponde in modo preciso a uno stimolo lanciato dalla curatrice della Biennale, Christine Macel, rispetto al ruolo essenziale che hanno l’atto di creazione dell’artista e lo spazio dello studio in cui la creazione si esplica. Con Studio Venezia Veilhan interpreta arte e musica come situazioni comuni, collettive, poetiche, in continua evoluzione, dotate di una propria carica sovversiva. Ma Veilhan intende anche andare oltre lo spazio e il tempo di questa Biennale. Grazie a una app, l’attività musicale che si svolge nel padiglione può essere seguita ovunque. Inoltre, passati i mesi veneziani, l’installazione viaggerà in tutto il mondo; in particolare è già previsto che l’esperienza si possa ripetere a Lisbona e a Buenos Aires.
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Xavier Veilhan, <i>Studio Venezia</i>, 2017. Vista dell’installazione del padiglione della Francia, Biennale Arte 2017. Photo © Giacomo Cosua. © Veilhan / ADAGP, Paris, 2017
Xavier Veilhan, Studio Venezia, 2017. Vista dell’installazione del padiglione della Francia, Biennale Arte 2017. Photo © Giacomo Cosua. © Veilhan / ADAGP, Paris, 2017

fino al 26 novembre 2017
Xavier Veilhan, Studio Venezia
Padiglione Francia
Curatori
: Lionel Bovier, Christian Marclay

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