Ma la strada, il viaggio, la tensione alla ricerca oggi assumono dimensioni e declinazioni mai avute in passato e la manifestazione si spinge dal territorio emiliano al mondo, arricchendosi di suggestioni e riflessioni disparate.
Alcune mostre indagano come oggi viaggiare significhi ancora ricercare se stessi attraverso esperienze artistiche fortemente individuali: è la chiave di lettura di Giuliano Ferrari (“Gran Tour. Viaggio nel tempo dell’iPhoneography”, Galleria Parmeggiani) o di Cyrus Mahboubian e Sophie Nicole Culiére (“Wanderlust”, Chiostri di S. Domenico) che attraverso il digitale e processi di produzione lenti, doppia esposizione e assemblaggi, introducono a mondi intimistici e misteriosi. Altre mostre mettono l’accento sul fascino dell’esplorazione geografica di luoghi a-temporali, come negli scatti di Ikuru Kuwajima (“Trail”, Chiostri di S. Domenico) lungo il confine tra Afghanistan e Tagikistan.
Tuttavia, il cuore di questa edizione sta nel veicolare una drastica e poco accomodante declinazione del concetto di viaggio: un approccio disincantato che si respira nella parte di taglio più sociologico e documentaristico della edizione 2016. La fascinazione romantica della strada non è mai stata più lontana dalla complessità attuale che non è solo psicologica ma anche sociale, economica e politica.
Bruce Chatwin diceva che la vera casa dell’uomo non è una casa ma è la strada e che la vita stessa è un viaggio da fare a piedi: la visione sognante di un flâneur, opposta a quella di chi oggi interpreta il viaggio come un fardello dell’anima. In un quadro geopolitico complesso come quello attuale, la strada diventa un limes, una barriera laddove prima c'era continuità, o un trait d'union tra mondi e culture prima privi di comunicazione. La geografia del paesaggio e delle relazioni umane è profondamente alterata e lo sguardo fotografico non può che recepirne l’impatto storico.
fino al 10 luglio
Fotografia Europea
La via Emilia. Strade, viaggi e confini
un progetto del Comune di Reggio Emilia
a cura di Elio Grazioli, Walter Guadaglini, Diane Dufour