– Nella sua più grande opera di arte pubblica, Richard Serra ha sagomato e interpretato il paesaggio desertico di Zekreet, in Qatar, attraverso quattro grandi strutture in acciaio.
– I cerchi del ponte di Olafur Eliasson – inaugurato a Copenhagen – portano le persone più vicino all’acqua e le incoraggiano a rallentare e a prendersi una pausa.
– Al PAC un dialogo tra i progetti di Superstudio e le opere di 19 artisti contemporanei instaura connessioni e relazioni tra la ricerca del gruppo fiorentino e la cultura contemporanea.
– Parte del villaggio artistico The Good, the Bad and the Ugly, ideato da Atelier Van Lieshout per la Ruhrtriennale, Domestikator simboleggia il potere dell’umanità sul mondo.
– Otto fotografi per sette Expo: a meno di una settimana dalla conclusione dell’edizione milanese una mostra racconta l’eredità urbana e ambientale lasciata da sette Expo.
– Il corposo volume di Matt Zoller Seitz è una sorta di tesi semiseria strutturata in tre atti, ognuno dei quali si sviluppa intorno a un’intervista lunga e approfondita al regista Wes Anderson.
– L’Appartamento 50 è la terza tappa del progetto di Cristian Chironi, in cui trasforma le case di Le Corbusier in “punti di vista privilegiati” per capire come viene percepito oggi.
– Alla Galleria Continua di San Gimignano, le opere del grande artista anglo-indiano Anish Kapoor evocano contemporaneamente un ventaglio d’immagini opposte tra loro, come l’imminente arrivo di un cataclisma e, allo stesso tempo, il richiamo di una balena che vuole avvicinare a sé i propri piccoli.
– Nel Padiglione USA alla Biennale di Venezia, They Come to Us without a Word, di Joan Jonas è un’unica grande opera che ha il merito di essere poeticamente politica.
– Da una residenza da Fabrica del musicista siriano Alaa Arsheed nasce un album che racconta la Siria, i suoi profumi, il coraggio del suo popolo esodato e si chiude con un moto di speranza.