Nouvelles richesses

Il padiglione della Francia alla Biennale di Venezia presenta i progetti degli architetti che, cresciuti con la crisi, lavorano nei terrains vagues delle periferie, con l’impiego di risorse locali, in economia e con il coinvolgimento degli abitanti, creando così “nuove ricchezze”.

Nouvelles richesses, padiglione francese, Biennale di Venezia 2016
Se il tema proposto da Alejandro Aravena per la XV Biennale di Architettura trova nella frantumazione dei muri del padiglione tedesco la sua più eloquente interpretazione, al tempo stesso, vede nella proposta del padiglione francese una declinazione che, con pari efficacia, scardina le frontiere del pregiudizio per mostrare come territori ordinari e difficili siano luoghi ideali per fare emergere nuove ricchezze a fronte di un impegno civile dell’architetto.
Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016
Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016
Il progetto è stato selezionato all’unanimità da una giuria presieduta da Dominique Perrault, a seguito di un bando emanato dall’Istituto francese. I vincitori, Obras-Frédéric Bonnet e il Collettivo AJAP14, scelgono di occuparsi delle frontiere urbane ponendo l’attenzione alle realtà rurali e periferiche, individuando programmi, esperienze e progetti precisi, al fine di offrire ai cittadini prospettive concrete e azioni reali per arginare la crisi della città contemporanea.
Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016
Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016
Il percorso espositivo, suddiviso in quattro sale – Territoires, Récit, Savoir-faire e Terreau – presenta ventidue progetti che indagano il rapporto tra architettura e società attraverso storie simboliche; si tratta di progetti esemplari, che danno conto di una tendenza in atto in Francia, che mira a realizzare progetti d’architettura e interventi urbani in economia, in terrains vagues, attraverso l’impiego di risorse locali, non convenzionali. Azioni concrete dove, ad esempio, gli abitanti stessi assumo un ruolo fondamentale nel processo progettuale, sia architettonico sia urbano, e dove imprese locali, associazioni, istituzioni, fondazioni e scuole di architettura, divengo artefici di nuovi luoghi dell’abitare. Progetti corali e condivisi che portano al miglioramento delle condizioni sociali, ambientali e culturali di un contesto grazie al contributo civile che l’architetto può offrire al territorio.
Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016
Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016
“Nouvelles richesses” non è solo il titolo concepito per il padiglione, ma riassume, più in generale, il programma del gruppo AJAP14, intento a rivalutare l’architettura del “quotidiano di qualità” presente in Francia, troppo spesso vittima dell’anonimato e della mancanza di attenzione. Sono le opere di una generazione di architetti, ingegneri, urbanisti e paesaggisti che hanno esercitato la professione durante la crisi economica, imparando a costruire la città all’interno di processi differenti, impegnando nuove ricchezze, nuove consapevolezze e nuove responsabilità.
Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016
Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016

È un'esposizione che richiede uno studio attento e prolungato dei contenuti: un merito ma al tempo stesso un limite per alcuni visitatori, che guardano con leggerezza all’architettura, non cogliendo a pieno il senso di queste proposte.

Frédéric Bonnet, durante il discorso inaugurale del padiglione, ha ricordato con forza che per far fronte alle problematiche sociali ed ecologiche attuali è indispensabile rivolgersi a dei progettisti consapevoli; consapevoli che l’architettura crea ricchezza al di là degli spazi che essa produce. Fatalisticamente e nonostante tutto, ha puntualizzato Bonnet, “la mediocrità sembra ancora avere la meglio”.

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Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016
Nouvelles richesses, Padiglione francese, Biennale di Venezia 2016

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