Urbanimals

Le performance di Urbanimals e l’urbanistica popolare a Bristol. Il progetto vincitore del “Playable City Award 2015” mette in una luce nuova gli spazi di transizione.

Urbanimals
Oggi un canguro ti ha invitato a saltare la corda mentre tornavi a casa dal lavoro? Hai fatto tardi a cena perché hai perso il senso del tempo giocando con un simpatico delfino? Se vivi a Bristol non è che tu debba necessariamente esserti fumato qualcosa per rispondere affermativamente a entrambe le domande: puoi semplicemente aver incontrato uno dei canguri, dei conigli, dei coleotteri e dei delfini che attualmente popolano le strade di Bristol.
Urbanimals
Urbanimals a Bristol. Photo Paul Blakemore
Noti sotto il nome collettivo di Urbanimals, queste bestioline hanno brillantemente battuto altri 197 concorrenti di 60 paesi vincendo il Playable City Award 2015. Per chiarezza: gli Urbanimals non sono animali veri ma proiezioni luminose simili a origami che si sono stabilite in otto luoghi della città per coinvolgere giocosamente i passanti.
Creata da LAX (Laboratory for Architectural Experiments, “Laboratorio di esperimenti d’architettura”), il gruppo di ricerca progettuale polacco fondato da Anna Grajper e Sebastian Dobiesz, questa banda di effimeri giocherelloni non vuole stare al centro del palcoscenico ma va in cerca dei non luoghi della città: gli spazi usati solo per il transito. “È facile concentrarsi sulle parti attraenti di una città, mentre noi volevamo mettere in luce i luoghi di passaggio e trovare il modo di renderli migliori”, spiega Dobiesz. Con Urbanimals LAX vuole sottolineare che una città viva non si limita semplicemente a riflettere sui propri organi, ma anche sul proprio tessuto connettivo.
Urbanimals
Urbanimals a Bristol. Photo LAX
“È l’installazione più difficile che abbiamo mai realizzato”, ammette Clare Reddington, produttrice esecutiva del Playable City Award. Dal 2012 il Playable City di Bristol stimola proposte creative che uniscono tecnologia creativa e infrastrutture urbane in modo da favorire il configurarsi di una città più interessante, più coinvolgente e più vivibile attraverso la condivisione di esperienze ludiche.
I vincitori delle passate edizioni, Hello Lamp Post e Shadowing, hanno permesso ai cittadini di intrattenere conversazioni con arredi urbani quali fermate d’autobus e cassette postali, oppure di passeggiare sotto lampioni che catturano le ombre e le riproiettano dopo che il loro proprietario è andato via da un po’. Benché nessuno di questi progetti sia stato semplice da realizzare il progetto di quest’anno richiedeva una programmazione particolarmente complessa per consentire agli animali di interagire sia con l’architettura cittadina sia con gli abitanti.
Urbanimals
Urbanimals a Bristol. Photo Richard Roberts
Per fortuna questo complesso e creativo genere di sfida creativa è perfettamente consono a Bristol. Come in ogni edizione del progetto Playable City, LAX per convincere gli animali a far la loro comparsa disponeva della perizia tecnica del Pervasive Media Studio, un’efficientissima comunità di entusiasti tecnologi creativi. In più c’era George Ferguson, il dinamico sindaco di Bristol in pantaloni rossi, deciso a fare della città la capitale della creatività europea. Ex architetto, Ferguson è un paladino della buona urbanistica, un sostenitore del fare le cose in modo diverso, fermamente convinto che le città debbano essere a misura delle persone e debbano dare alimento alla mente e allo spirito, oltre che al corpo.
“Sono convinto che il mio compito di sindaco consista nell’incoraggiare, nell’offrire ispirazione e nel rendere fattibili le cose, non nell’insegnare”, dichiara Ferguson. Bristol dev’essere un laboratorio del cambiamento: se hai voglia di fare esperimenti, falli a Bristol”. Il sindaco – che annovera Jane Jacobs, una dei pionieri dell’urbanistica popolare, tra i suoi eroi – promuove ampiamente il coinvolgimento della cittadinanza a ogni livello. Ha istituito il George’s Ideas Lab (il “Laboratorio delle idee di George”) – un sito web dove i cittadini possono suggerire modi per migliorare la città – e ha guidato iniziative ecologiche che hanno meritato a Bristol il titolo di “Capitale verde europea 2015”. Ha realizzato inoltre l’Happy City Index, il primo strumento del mondo per misurare la felicità e il benessere a livello cittadino in modo integrato e in tempo reale. L’impostazione progressista e popolare di Ferguson nella creazione di una città orientata alla felicità degli abitanti rivela un’inedita concezione non lineare dell’efficacia amministrativa. “Prendiamo sul serio il divertimento”, osserva il sindaco, noto per aver trasformato il centro di Bristol in un carnevale senza automobili nel corso della manifestazione “Make Sunday Special” (“Rendi speciale la domenica”), che si svolge da giugno a ottobre. Per Ferguson il divertimento è qualcosa di più del semplice gioco: è favorire la nascita di un luogo di comunicazione reciproca dove accade qualcosa e i cittadini hanno il potere di usare la città in modo costruttivo. Ferguson ritiene che affrontare complesse questioni urbane con un atteggiamento ludico riesca a renderle più umane, più suggestive e più importanti per la vita quotidiana. LAX non potrebbe essere più d’accordo.
“Succede un fatto un po’ strano”, ha twittato la polizia municipale la sera di un giorno di settembre: “Se qualcuno ha perso un canguro nella zona di Dursley per favore si metta in contatto con noi al numero 101 facendo riferimento al caso 462. Ne abbiamo trovato uno!). Mentre questi angolosi e scintillanti animali sono progettati per suscitare meraviglia, sorpresa e allegria negli spazi di transizione della città, i loro creatori tengono a sottolineare che il loro carattere ludico è anche uno strumento per ottenere un risultato più essenziale. Attraverso l’interazione gli Urbanimals invitano a cambiare i consueti schemi del comportamento cittadino. “Forse le persone non si rendono conto immediatamente di che cosa sia cambiato nella loro mente, e magari dopo un po’ perfino si dimenticano degli animali”, dice Grajper, “ma ricorderanno di aver visto la città da angolazioni e prospettive differenti.”
Sia LAX sia Playable City ammettono che il reale impatto del progetto possa manifestarsi solo in forma di proiezione differita, molto tempo dopo che gli Urbanimals si saranno trasferiti altrove. “Quel che ci interessa è il cambiamento a lungo termine”, dichiara Dobiesz. “E comunque la gente oggi ha la percezione che il progetto è bello. Crediamo che la nostra prospettiva e i nostri obiettivi si realizzeranno nel tempo”. Giunta al terzo anno, Playable City ha messo radici a Bristol, con un crescente portafoglio di opere e di città come Tokyo, Lagos, Singapore e Austin che vogliono partecipare alla conversazione. Dato che continua a mettere in discussione la forma della città, il suo influsso continuerà a crescere, ad approfondirsi e a manifestarsi in luoghi inattesi.
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Urbanimals a Bristol. Photo Paul Blakemore
Nonostante l’importanza del fattore del ‘sentirsi a proprio agio’, il concetto di gioco a una scala vasta come quella di una città non è sempre semplice da far accettare. “Progetti come Hello Lamp Post possono essere confinati nella categoria delle performance d’arte e restare tali”, ha detto con sufficienza un critico di Playable City nel 2013: “Di certo non vale la pena di riprenderlo in considerazione”. Playable City sarebbe la prima ad ammettere che il gioco non è la risposta buona per ogni problema. Ma relegarlo nella sfera della performance trascura il posto importante che dovrebbe avere nello strumentario dell’urbanista. In fin dei conti il gioco è un fatto di inclusione, di coinvolgimento, di collaborazione e di libertà di accesso: qualità che troppo spesso sono assenti dal nostro paesaggio urbano. Progetti come Urbanimals rendono consapevoli le persone dell’esistenza di possibilità nuove a una scala con cui possono misurarsi, invitandole a usarle come trampolino di lancio per i loro progetti e per le loro idee. Come la sempre acuta Jane Jacobs ha così pertinentemente notato “le città possiedono la capacità di dare qualcosa a ciascuno, solo perché – e solo se – sono create da tutti”.
© riproduzione riservata

fino al 19 novembre 2015
Urbanimals
Bristol, Gran Bretagna

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