Gli architetti hanno voluto realizzare un edificio in cui la presenza umana si manifestasse attraverso una geometria astratta che, giustapponendosi al paesaggio circostante, esaltasse la natura.

Questa dicotomia domina tutto il progetto. La casa è divisa in volumi collegati da spazi aperti sul paesaggio. Pertanto, l’accesso a qualsiasi di questi volumi implica l’entrare e uscire tra la casa e il paesaggio, di cui si diventa parte e che entra negli spazi incorniciato dalle finestre.

L’idea si è tradotta in cinque prismi, ciascuno ruotato rispetto al suo asse per rispettare le normative in merito alla pendenza delle coperture. In questo modo, copertura e volume costituiscono un singolo prisma, unito agli altri da diversi sistemi connettivi (scale, corridoi e ponti). Il contrasto tra i sistemi connettori e i prismi chiusi, crea un ritmo nel percorso della casa, in cui la sensazione di intimità è stata raggiunta attraverso la separazione dei volumi.

Questa suddivisione crea spazi più facilmente gestibili che possono essere abitati in modo indipendente. In questo modo una grande casa circondata dalla natura esalta il paesaggio nel quale si inserisce e invita ad abitarlo.