Cronaca da Gezi Park

Dopo il brutale intervento della polizia sui manifestanti che a Istanbul hanno occupato Gezi Park, Domus pubblica un'analisi della sociologa e docente Pelin Tan, con le foto dell'attivista Eunseon Park.

Dopo il brutale intervento della polizia turca contro i manifestanti che hanno occupato Gezi Park, nel centro di Istanbul, per protestare contro la costruzione di un nuovo centro commerciale e contro la distruzione di uno degli ultimi spazi verdi rimasti nel centro della città, Domus pubblica il resoconto degli eventi degli ultimi giorni della sociologa e docente Pelin Tan, insieme con le immagini dell’attivista Eunseon Park.

Poiché le agenzie di stampa turche sono rimaste in silenzio e l’utilizzo di Internet e dei social media nel Paese è stato limitato, è possibile seguire gli ultimi sviluppi delle proteste – che si sono nel frattempo diffuse anche ad altre città della Turchia – attraverso #occupygezi, #direngeziparki e questo live feed.

 

In Turchia, la pesante trasformazione del tessuto urbano è diventata una strategia diffusa del governo e delle amministrazioni comunali. Per il governo turco, le nuove politiche urbane sono diventate un modo per incoraggiare uno stile di vita capitalista neoliberista, il progressivo indebitamento dei cittadini, lo sfruttamento, il razzismo, la corruzione e l’affermarsi di uno “stato d’eccezione” che viola i diritti umani.

Nata come piccola mobilitazione urbana, l’occupazione di Gezi Park si è ora trasformata in un movimento pubblico di ampia portata. Non si tratta più solo di proteggere uno spazio verde e protestare contro la costruzione di un nuovo centro commerciale e la ricostruzione di un’antica caserma militare di epoca ottomana: l’occupazione è un simbolo del desiderio di “stare insieme” degli abitanti di Istanbul, nonostante le tante differenze. In questa occasione, persone di classi e ambienti diversi si sono riunite, e i gruppi di quartiere e le associazioni culturali sono stati coinvolti prima delle organizzazioni politiche e dei gruppi di opposizione.

Gezi Park
L'ingresso della polizia a Gezi Park per disperdere i manifestanti

Il 28 maggio, Gezi Park è stato occupato da poche centinaia di persone. Uno degli organizzatori ha preso il microfono e ha suggerito a tutti di dire il proprio nome, per conoscersi. Ci siamo stretti le mani, presentandoci. La polizia è entrata nel parco alle 4 del mattino con i lacrimogeni e ha iniziato a bruciare le tende.

Le persone si sono riunite di nuovo il pomeriggio del 29 maggio. Alle 5 del mattino, la polizia ha effettuato un altro attacco brutale.

La gente ha iniziato a raccogliersi di nuovo il giorno successivo. Alle 10 del mattino il parco era pieno di gente. La sera, si erano radunate migliaia di persone, provenienti da movimenti di opposizione, gruppi di tifosi di calcio, simpatizzanti islamici e gruppi anti-autoritari. Il clima era tranquillo: si leggevano libri, si cantava, ballava, si conversava, mangiando i popcorn e il riso dei venditori di strada, in un clima di totale comunione delle nostre differenze. Come ha suggerito il presidente di Slow Food Carlo Petrini nel corso della riunione di Terra Madre del 2007, “riunirsi in maniera informale, incontrarsi, fare amicizia sono le cose più importanti per iniziare un movimento”.

Gezi Park
La polizia disperde la protesta usando gas lacrimogeni

Dopo un brutale attacco la mattina del 31 maggio, la polizia ha bloccato l’accesso al parco. Alle 10, gli occupanti hanno fatto appello agli organi di stampa e hanno cercato di entrare di nuovo nel parco. Questa volta, si sono riunite soltanto poche centinaia di persone e, per un po’, ho perso la speranza. Quando siamo passati davanti agli sbarramenti della polizia, cercando di entrare nel parco, la polizia – ancora una volta – ha disperso la folla con lacrimogeni e getti d’acqua. Gli scontri sono andati avanti fino a mezzogiorno.

Il gas lacrimogeno è una forte sostanza chimica che ti intontisce e ti lascia mezzo cieco. Diverse persone sono rimaste ferite. Gli alberghi di lusso che si trovano attorno al parco, come il Divan Hotel & Patisserie, hanno lasciato entrare i manifestanti e hanno offerto loro aiuto. La protesta si è spostata nella vicina piazza Taksim, che al momento è in buona parte inagibile per lavori stradali per creare una zona pedonale altamente sorvegliata, un progetto del governo che è stato profondamente criticato.

Gezi Park
Dettaglio di un candelotto di gas lacrimogeno

La protesta si è spostata quindi, in modo pacifico, all’imbocco di Istiklal Caddesi, una delle principali arterie pedonali commerciali della città, molto frequentata dai turisti. Intorno alle 12,45-13 la polizia ha inseguito i manifestanti con gas lacrimogeni (questa volta direttamente sulle persone) e cannoni ad acqua. I lacrimogeni sono arrivati nella stazione della metropolitana di piazza Taksim, colpendo quindi anche bambini e comuni passeggeri.

All'inizio, i media sono rimasti in silenzio. Ogni reportage censurato. Poco dopo le 5 di venerdì 31 maggio, è trapelata la notizia che il tribunale di Istanbul aveva sospeso il progetto del centro commerciale di Gezi Park. Non siamo ancora sicuri di cosa questo possa significare: il successo contro una politica urbana troppo interventista o giustificare, invece, l’arresto di alcuni manifestanti. Alcune importanti griffe della moda e società di investimenti hanno già annunciato pubblicamente che non vogliono avere nulla a che fare con il possibile futuro centro commerciale.

Gezi Park
La polizia disperde la protesta con gas lacrimogeni e getti d'acqua
Così la protesta ha iniziato a crescere per le vie attorno a Istiklal. Alle 7 di sera, i manifestanti erano già migliaia, non solo nel quartiere di Istiklal, ma anche in altri distretti e nella parte asiatica di Istanbul, a Kadıköy. La polizia ha cominciato a diffondere i gas lacrimogeni in elicottero sopra Istiklal, Beyoğlu, Tarlabaşı, Harbiye, Şişli e così via, e poi ha iniziato anche a sparare proiettili di gomma. Facebook, Twitter, foto e video personali sono diventati i veicoli più importanti per fare sapere quello che stava succedendo.

Intorno alle 10, siamo stati informati che autobus carichi di poliziotti stavano per bloccare entrambe le estremità di Istiklal Caddesi, e che la polizia stava aspettando il permesso per sparare proiettili veri. Alberghi, ospedali, bar, scuole e altri spazi pubblici hanno annunciato che avrebbero adottato misure straordinarie per ospitare i feriti, mentre i negozianti offrivano loro limone e medicine. Fino a questa mattina, le piazze erano piene di gente. Un autista ha utilizzato il suo autobus pubblico come barricata contro le forze dell’ordine per proteggere i manifestanti sotto attacco. La polizia ha anche cercato di rompere sportelli automatici e danneggiare altri spazi pubblici, per poi far ricadere la colpa sui manifestanti.
Gezi Park
La polizia disperde la protesta con gas lacrimogeni e getti d'acqua

Alcune persone hanno iniziato a dirigersi verso la sponda anatolica, attraversando il Ponte sul Bosforo. Le strade di altre città turche si sono riempite di gente a sostegno di un piccolo parco, che è diventato il simbolo del diritto di “respirare” nello spazio urbano, e contro un governo autoritario. Le auto e gli autobus suonavano i clacson per mostrare il loro sostegno. I direttori e il personale dell’Hilton erano orgogliosi di accogliere i feriti. Al contrario, proprio di fronte, l’ITU – la Facoltà di Architettura Taskisla – chiudeva le porte agli studenti, alcuni dei quali erano stati tra gli occupanti più attivi del parco.

Intorno alle 2, gli abitanti della città che non potevano uscire in strada hanno iniziato una protesta rumorosa, sferragliando utensili da cucina e pentole affacciati alle loro finestre. È stato un “concerto” vivace, che è salito al cielo: il suono della rinascita della città di Istanbul. Pelin Tan

Gezi Park
Manifestanti a Gezi Park
Gezi Park
Manifestanti a Gezi Park
Gezi Park
Reparti antisommossa della polizia
Gezi Park
Poliziotti in assetto antisommossa

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