Per raddoppiare la superficie dell'edificio come richiesto dalla municipalità, senza alterare l'armonia di questo arcipelago di isolette circondate dall'acqua e collegate al resto della città da quattro ponti pedonali, era importante mantenere uno sguardo d'insieme e tenere conto della successione equilibrata di volumi pieni e di vuoti, del gioco di linee verticali e orizzontali, dell'allineamento ordinato degli altri edifici.
Il silo in cemento, unico segno verticale lasciato vuoto per l'intera altezza, è rimasto intatto a segnare con una certa solennità l'ingresso alla biblioteca. I muri in cemento dell'edificio hanno invece lasciato il posto a un alternarsi di elementi verticali e orizzontali in vetro, in modo da fornire la necessaria luminosità ai cinque piani dedicati alla lettura e alla consultazione e destinati a ospitare 160.000 documenti.
Lo studio svizzero Integral Ruedi Baur ha aggiunto il suo segno grafico al progetto: indicazioni, parole, citazioni (come quella dei due architetti: "La mediateca è l'organizzazione premeditata degli spazi di lettura e consultazione, tradotta in un'architettura che offre l'occasione di un vero gesto architettonico") ed etichette sono applicate alle superfici esterne, alle pareti interne e ai pavimenti dell'edificio, per indirizzare i visitatori, ma anche per aggiungere nuovi livelli di lettura e di utilizzo di questa architettura. Elena Sommariva